Come Picasso ebbe il suo "periodo blu" e poi quello "rosa", la carriera di Helmut Newton può essere catalogata in tre brillanti volumi: White Women, Sleepless Nights, Big Nudes.
Sono questi i tre temi della mostra del grande fotografo a Roma, a Palazzo delle Esposizioni fino a luglio 2013.
Mithias Harder è il curatore dell'expo ideata dalla Helmut Newton Foundation, ma l'idea va attribuita a June Newton, vedova dell'artista.
Duecento fotografie mozzafiato, un labirinto emozionale che raccontano un uomo così umile da aver aspettato la veneranda età di cinquantasei anni per dare alle stampe un libro monografico.
Un fotografo di moda, si, ma soprattutto un mutevole rivoluzionario.
Con White Women, Newton spoglia la moda, nel vero senso del termine, usando i corpi delle modelle per dichiarare la sua idea sul ruolo della donna della società occidentale degli anni '70.
I corpi, gli abiti, e donne decisamente non perfette, continuano ad essere protagonisti anche nel secondo volume, Sleepless Night, uscito nel '78.
Questo è più un reportage retrospettivo, un unico volume per tutti i lavori, i ritratti, fatti nei magazine più rinomati come Vogue ed Elle.
Dopo questa pubblicazione, Helmut Newton verrà considerato un fashion photographer a tutti gli effetti.
Un fotografo en plein air, se così si può dire: le sue modelle infatti non sono mai in studio; magari piuttosto a casa sua, ma in barca, in ristoranti o hotel di lusso.
Sempre sensuali però, è la firma di Newton, che si serve della moda per comunicare altro, comunicare di se.
Nell'81 arrivano le gigantografie, i musei e le gallerie del mondo, dopo la pubblicazione di Big Nudes.
Questa mostra non è solo una testimonianza della vita di un artista come Newton, bensì è un racconto più personale, la diffusione di un pensiero più segreto e socialmente di grande valore.
Il fotografo mette in sequenza scatti realizzati sotto commissione, con scatti realizzati per se stesso, a renderle ancora più eloquenti, e affascinare lo spettatore.
Helmut Newton viene dalla borghesia berlinese, per leggi raziali ha lasciato la Germania, ha stretto amicizia con la fotografa Else Simon, è stato a Trieste e poi a Singapore, è stato nell'esercito australiano e ha sposato l'attrice June Bowne.
Ha lavorato per Vogue, per Marie Claire e Max.
Ha lavorato a campagne pubblicitarie per Chanel, Blumarine, Dolce&Gabbana..
Tutto questo fanno di lui un artista completo, un grand'uomo; e se la moda è stata ed è una gran moda, lo è anche grazie a questo grand'uomo.
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