Erano
gli anni ’60.
L’astronauta
Gagarin è il primo a compiere un volo spaziale; i sovietici iniziano la
costruzione del muro di Berlino; scompare Marilyn Monroe e Mary Quant inventa
la minigonna.
Erano gli anni ’60, lo sono anche ora, sulle passerelle del 2013, a
cinquant’anni di distanza, rivisitati in chiave ultra moderna come si evince
dall’utilizzo delle texture.
A
Milano, New York, Londra e Parigi, sfilano decine di controfigure di Edie Sedgwick
in abiti a campana e capelli corti.
Il
trend protagonista è sicuramente questo periodo storico, e lo dicono a gran
voce tutte e quattro le capitali della moda.
Moschino
a Milano, Louis Vuitton a Parigi, David Koma a Londra e infine Marc Jacobs a
New York, nella recente tornata di sfilate per l’autunno-inverno 2013-14.
Tutti,
all’unisono, omaggiano la pop art, le linee basic e i matematici quadrettoni a
scacchiera.
Il
bianco e il nero la fanno da padrone, così come il piccolo tacco a cilindro.
Moschino
punta sulle strisce verticali e sugli accessori: maxi orecchini, guanti, cap da
equitazione e paillettes.
Quest’ultime
presenti anche con Marc Jacobs che ci rimanda, con la sua collezione, ad un
vero e proprio viaggio nella Factory di Andy Warhol.
David
Koma di Londra, invece, sembra proprio voglia riportarci a Wimbledon, con la
sua reinterpretazione della divisa da tennis, stravolta e pronta per ballare Twist and Shout dei Beatles: busto
allungato e gonna mini a pieghe.
La
vernice è in tutte le collezioni, così come le strisce, lo smoky eye e le
silhouette minimali.
È
un trend speciale, un trend romantico , per una generazione come la nostra, che
non lo ha vissuto e che ci fa piacere riviva oggi non nell’eccezione d’avanguardia
che ha segnato quel decennio,che era ora che tornasse, per emozionare una moda
sempre meno emozionale ed emozionante.
Mood of the day
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